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Marco Pantani potrebbe essere stato ucciso: la procura di Rimini riapre il caso Rimini, 2 agosto - Sono passati più di dieci anni da quel sabato di San Valentino, quando il mondo sportivo è piombato nella disperazione alla notizia della morte di Marco Pantani, il campione di Cesenatico deceduto all'interno di un residence di Rimini a causa di un'overdose di cocaina che gli provocò un edema polmonare e cerebrale. Oggi la Procura della Repubblica di Rimini ha comunicato di avere accolto l'esposto del legale della famiglia del Pirata, procedendo alla riapertura del caso, dopo aver verificato i documenti prodotti secondo i quali emergerebbe che Pantani potrebbe non essersi suicidato. Il campione protagonista della fantastica doppietta Giro e Tour dell'estate 1998, morto all'età di soli 34 anni, non si trovava da solo nella camera numero D5 del residence Le Rose di Rimini, ma come riportato oggi dalla Gazzetta dello Sport, la nuova ipotesi sulla morte del Pirata è quella di "omicidio con alterazione del cadavere e dei luoghi". Secondo la perizia realizzata dal professore Avato, il ciclista potrebbe essere stato picchiato e costretto a bere cocaina mentre si trovava all'interno della stanza del residence. Secondo Avato, infatti, Pantani avrebbe assunto la cocaina diluita nell'acqua perché era l'unico modo possibile per ingerirne una così grande quantità ritrovata sul suo corpo. La riapertura del caso rappresenta una prima vittoria della lunga battaglia intrapresa da Tonina Pantani, dalla scomparsa del figlio. Mamma Tonina, infatti, non ha mai creduto che la morte di Marco fosse dovuta al suicidio nonostante, nell'intervista rilasciata a Davide De Zan in occasione del decimo anniversario della morte di Pantani, abbia descritto i problemi con la droga del figlio e la depressione di cui soffriva. Secondo Tonina Pantani, però, il presunto suicidio avvenne in circostanze che hanno destato subito sospetti sollevando dubbi e ha sempre istintivamente sentito che si poteva trattare invece di omicidio: forse Marco sapeva cose e segreti riguardo al doping nel ciclismo e non solo, anche in riferimento alla controversa squalifica dal Giro d'Italia 1999 a causa di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, prelievo che oggi a distanza di 15 anni potrebbe essere contestato come impreciso ed allora invece decretò la fine della carriera del più grande campione che il ciclismo ha avuto e negli ultimi cinquant'anni. |
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